S. Egami definisce il metodo della via del Karate che egli segue, come heiho, «metodo della pace».
«C’è un metodo che permetta di far progredire reciprocamente gli avversari e di vivere meglio, sia l’uno che l’altro? Si tratterebbe di un metodo che va al di là del Budo. Non è forse necessario andare alla ricerca di questo metodo? La via del Karate ci propone un tema di ricerca: come vivere la nostra vita, che è solo un istante rispetto all’eternità. Ogni insignificante istante della nostra vita è legato alla vita eterna mediante la via. La via del Karate ci insegna la vita reale… Il heiho, metodo della pace, fa parte della tradizione giapponese. Si tratta di un metodo per far vivere gli uomini, e non per uccidere. Penso che sia elevando la qualità del Karate in heiho che esso diverrà un vero Karate-do».
S. Egami considera questo metodo come un risultato della sua ricerca nel Karate, come un prolungamento dell’insegnamento che ha ricevuto da G. Funakoshi. Penso che si tratti in effetti di una magnifica continuazione e di uno sviluppo del Karate così come Funakoshi lo aveva concepito.
Tuttavia, bisogna riconoscere che, dal punto di vista tecnico, la forma di Karate che ha istituito S. Egami è molto diversa da quella che insegnava G. Funakoshi. Confrontandole, queste due forme appaiono così differenti che sarebbe difficile pensare che l’una sia lo sviluppo dell’altra, se non avessimo avuto una conoscienza preliminare della relazione che c’è stata tra loro e della sua evoluzione. Infatti vi sono differenze nettissime nella posizione del corpo per ognuna delle tecniche, nella cadenza e ampiezza dell’esecuzione tecnica, nella tecnica dei pugni e dei calci.
Dal punto di vista tecnico, penso che si debba ritenere che si tratti più di una nuova creazione sulla base del Karate di G. Funakoshi che del suo diretto sviluppo.
Di fatto, S. Egami ha ricostruito il suo Karate ispirandosi profondamente allo Shinwa-taido, fondato da Shoyo Inoue, e all’Aikido di Morihei Ueshiba. L’idea del Karate-do attraverso il metodo della pace (heiho) si basa largamente sul pensiero di queste due altre discipline, che hanno ispirato a S. Egami una concezione dell’efficacia che supera quella del Karate di Okinawa. Perché, alla fine della sua ostinata ricerca dell’efficacia, S. Egami ha completamente ribaltato questa nozione: partendo dalla ricerca dell’efficacia più immediata nell’arte del combattimento, è arrivato all’efficacia che permette di superare la nozione stessa di combattimento, cosa che ha dato al suo Karate una dimensione mistica, quasi religiosa.
In questo senso il Karate di S. Egami non è un rifacimento né uno sviluppo diretto del Karate di G. Funakoshi che, tuttavia, resta per lui il maestro di cui pensa di essere il successore.